Si sa, il lungo periodo di emergenza sanitaria ha modificato il comportamento di acquisto degli italiani che devono anche fare i conti con l’impatto diretto sul reddito, sulla fiducia e sulle prospettive future.
L’edizione 2020 del report di PwC “Global Consumer Insight Pulse Survey”, realizzato tra maggio e giugno intervistando quasi 4.500 consumatori in 35 città tra Europa, Cina e Medio Oriente, sottolinea come prima dell’epidemia la fiducia dei consumatori fosse alle stelle, con quasi la metà (46%) degli intervistati globali che si aspettava di aumentare le loro spese nell’arco di un anno.
Dopo l’inizio dell’epidemia, il 40% a livello globale ha riportato una riduzione del reddito e la percentuale di chi pensava di spendere di più è crollata al 10%.
Per quanto riguarda l’Italia, il 57% degli intervistati ha detto di aver registrato una riduzione del reddito familiare (fa peggio solo la Spagna con il 61% contro il 32% della Germania) e il 42% ha dichiarato che spenderà meno nei prossimi mesi (in Spagna questa percentuale sale al 56%, a fronte del 25% della Germania).
Le aspettative sulla spesa futura differiscono notevolmente tra i Paesi: i consumatori europei dimostrano di essere molto più cauti mentre le prospettive di spesa sono più positive nei Paesi in cui vengono revocate le misure di isolamento, come la Cina e il Medio Oriente.
Si rischia di avere un’Europa a due velocità, con i Paesi del Nord molto tranquilli e quelli del Sud a fare i conti con un fardello decisamente pesante, dove sono soprattutto Italia e Spagna a guardare con scetticismo al futuro: per italiani e spagnoli la principale preoccupazione sono le prospettive lavorative (57% in Italia, 60% in Spagna contro il 33% in Germania).
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